Da
sabato 29 luglio a domenica 10 settembre, negli spazi di Galleria
Orler-Artenetwork, presso il Centro Commerciale Il Gualdo
nell'esclusiva località marittima di Punta Ala (GR), sarà
ospitata la mostra "Andy Warhol. MODERN ICONS": tra
pezzi unici, tele, multipli e molto ancora, l'esposizione raccoglie
oltre 50 opere del celeberrimo e geniale artista, padre e
massimo rappresentante della Pop Art americana, regista,
produttore e icona egli stesso, al pari delle sue opere, del panorama
culturale e sociale statunitense nel pieno boom economico dei
mitici anni Sessanta.
Andy
Warhol nasce a Pittsburgh, in Pennsylvania, nel 1928 da famiglia di
origine ucraina emigrata negli Stati Uniti. Mostra da subito un
innato talento artistico, studiando arte pubblicitaria al
Carnegie Institute of Technology. Dopo la laurea, ottenuta nel 1949,
si trasferisce a New York. La 'grande mela' gli offre subito
molteplici possibilità di affermarsi nel mondo della pubblicità,
lavorando per riviste come Vogue e Glamour.
Ed
è proprio il mondo della pubblicità, con i suoi prodotti
protagonisti del vivere comune, ad influenzare profondamente la sua
attività artistica: come è noto infatti, da 'padre' e principale
esponente della Pop Art, Andy Warhol fece dei beni di consumo il
suo 'marchio di fabbrica'.
Caratteristica
della cosiddetta 'Arte Popolare' era l'utilizzo di oggetti di uso
quotidiano che venivano elevati a manifestazione artistica. Opere che
riprendevano la serialità delle immagini, il loro ripetersi
ossessivo, che diveniva così denuncia di un mondo dominato dal
consumismo.
Famosa
rimane la serie di barattoli di Zuppa Campbell o quella della
Coca Cola.
Affermava
l'artista:
"Le
mie immagini rappresentano i prodotti brutalmente impersonali e gli
oggetti chiassosamente materialistici che sono le fondamenta
dell'America d'oggi. È una materializzazione di tutto ciò che si
può comprare e vendere, dei simboli concreti ma effimeri che ci
fanno vivere".
Dietro
l'apparente impersonalità della copia e della serigrafia si
nasconde quella concezione laboratoriale e "artigianale"
della produzione artistica che Warhol non rinnegherà mai, come ad
esempio nella bellissima serie dei dipinti dei Flowers
dalle tinte accese.
Nell'opera
di Warhol ricorre inoltre la tematica della morte che viene a
coincidere con la fascinazione della celebrità e dell'estetica,
sviluppando l'ironico sottinteso del tema della bellezza fatalmente
condannata dalla società dei consumi.
La
serie delle Marilyn iniziata subito dopo il suicidio
dell'attrice, avvenuto nell'agosto del 1962, è ormai una delle
immagini chiave del nostro tempo. Anche il primo dipinto di Liz
Taylor è stato eseguito sotto il segno della caducità,
durante una grave malattia dell'attrice. Con la stessa tecnica
verranno eseguiti poi i ritratti di altre icone del mondo dell'arte e
dello spettacolo, da Mick Jagger a Joseph Beuys.
In
mostra sarà presente, tra le altre, una rarissima "Marilyn",
opera unica firmata e datata al 1967.
A tal proposito è opportuno citare le parole di John Cage,
artista e compositore statunitense nonché esponente di spicco della
corrente Fluxus:
"Con
la reiterazione Andy ha voluto mostrarci che in realtà non c'è
ripetizione, che tutto ciò che guardiamo è degno della nostra
attenzione. Ed è stata, mi sembra, un'importante indicazione per
comprendere tutto il XX secolo".
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